mercoledì 11 dicembre 2019

REMBRANDT- LA TECNICA PITTORICA

Come dipingeva Rembrandt ? Quale era la tecnica pittorica adottata da questo grande pittore olandese?  Vediamo di ripercorrere il suo processo creativo in questo articolo.

Rembrandt la tecnica pittorica -  blog artistah24 -autoritratto a olio su tela
Rembrandt - autoritratto

La tecnica dei grandi maestri del passato, ma anche degli artisti contemporanei,  ha sempre un grande interesse per chi studia pittura e vuole progredire nel proprio fare artistico attraverso l'osservazione e lo studio delle opere appartenenti alla storia dell'arte. Esse ci dicono molto su come grandi pittori quali ad esempio Rembrandt abbiano affrontato e risolto il processo pittorico che li ha portati ad ottenere grandi risultati artistici.


Ma come iniziava un suo quadro Rembrandt, e come veniva dipinto nella varie fasi? quali passaggi eseguiva il maestro per giungere agli straordinari risultati che possiamo  ammirare nelle opere esposte nei più grandi musei del mondo?


L'interesse per i metodi dei maestri non può non incuriosire i pittori e gli studiosi di oggi. Io ne sono particolarmente affascinata, ed è mia intenzione effettuare delle ricerche bibliografiche per capire come questi artisti abbiano condotto la loro attività artistica, condividendole poi con chi legge.

In questo caso ho reperito una fonte interessante, in un testo scritto da Gino Piva, che ripercorse, dipingendo, le orme di questo grande maestro, traendone interessanti informazioni.


Vedi "La tecnica della pittura a olio e del disegno artistico" Gino Piva - Ed. Hoepli



CHI ERA REMBRANDT



Rembrandt  Van Rijn nacque in Olanda, in un villaggio presso Leyden nel 1606 e morì ad Amsterdam nel 1674. E' curioso osservare che il nome famosissimo di questo pittore, sia il nome di battesimo, e non il cognome o il nome completo, come generalmente avviene quasi si vuole indicare un certo personaggio. Quando  parliamo di Rembrandt,  lo chiamiamo quindi per nome, in toni quasi confidenziali. 

Anche il suo connazionale ed altrettanto grande pittore, Vincent Van Gogh, si firmava solo con il nome "Vincent" molto probabilmente nel tentativo di essere a sua volta ricordato, come Rembrandt, solo attraverso il nome di battesimo che egli preferiva rispetto al cognome,  ma per lui non andò così. Chissà poi perché.

I soggetti dei dipinti di Rembrandt furono principalmente gruppi di figure, ritratti, autoritratti e scene a soggetto religioso. Lo stile pittorico di Rembrandt mutò nel tempo: dal modo esatto e preciso, sia di disegno che di colore degli esordi, ad una seconda maniera dove invece prevalse un originale chiaroscuro e un peculiare utilizzo della materia e del colore che lo rese immortale, La sua pittura vista da vicino sembra solo abbozzata, fatta di piccoli tocchi, talmente moderna che ispirò la pittura di molti artisti attivi alcuni secoli più tardi.

Purtroppo i suoi contemporanei non la pensarono alla stesso modo, e Rembrandt da pittore ricco e famoso, morì quasi in miseria e pressoché dimenticato.





LA SUA TECNICA PITTORICA



La tecnica pittorica di Rembrandt era quella in uso nel periodo che va dal 1300 al 1600 circa; e consisteva nel dipingere il disegno, sulla tavola o sulla tela preparata con imprimitura a gesso, realizzandolo dapprima a chiaroscuro in bianco e nero, e poi rinforzando le ombre con del bruno, e le luci con dell'azzurro molto chiaro.


Successivamente, su questa pittura monocromatica, ed una volta completamente asciutta, Rembrandt stendeva una verniciatura bruno-giallastra liquida (generalmente si trattava di un colore al bitume - che possiamo trovare ancora nella gamma colori attuale, in vendita nei colorifici e nei negozi di belle arti).

A questo punto, l'opera già meravigliosamente caratterizzata da questo potente chiaroscuro, veniva dipinta con i colori delle vesti e degli incarnati, con quel tocco e quella potenza che Rembrandt ha sviluppato nel corso della sua carriera artistica.


Le ombre risentono della pittura sottostante a monocromo, così come le luci e gli incarnati ne risultano potenziati.


Osservando attentamente le opere di Rembrandt è possibile scorgere, in molti suoi lavori, il chiaroscuro in bianco e nero sul quale il maestro univa del bruno, leggere quantità di azzurro, di cinabro e di terra rossa, al fine di addolcire il chiaroscuro facendolo vibrare intensamente. Questo modo di procedere di Rembrandt è chiaramente visibile nel suo famoso dipinto "Susanna e i vecchioni" - conservato a Berlino, al Museo Federico Imperatore.



NOTE DEL PITTORE GINO PIVA SUL PROCESSO ARTISTICO DI REMBRANDT


Il pittore Gino Piva, autore del manuale che ho indicato più sopra, ripercorre materialmente la tecnica di Rembrandt, copiandone un dipinto dal vero, esposto nella Galleria degli Uffizi di Firenze e lasciandoci questa interessante testimonianza pratica:



REMBRANDT LA TECNICA PITTORICA DEI MAESTRI - BLOG ARTISTAH24
Autoritratto giovanile Rembrabdt - Galleria Uffizi Firenze


  1. Il dipinto è "Autoritratto giovanile" -  un quadro dipinto su tavola.
  2. Nell'osservare il dipinto si intuisce una esatta messa a punto del disegno a chiaroscuro ed una preparazione leggera delle ombre, in particolare del volto, a base di terra verde e terra d'ombra.
  3. Il fondo del ritratto è stato dipinto "alla prima" sulla superficie naturale della tavola e lasciato così, senza ritocchi.
  4. I capelli e il berretto, sono anch'essi lavorati di getto "alla prima" sul fondo semplice del legno e trattati con poco colore. Le ombre sono tenute leggere di pasta (quindi sempre con poco colore aggiunto sopra la base monocroma iniziale).
  5. Stabilita la parte generale del quadro Rembrandt ha proseguito riscaldando le ombre  e le penombre del volto (una volta completamente asciutte) mediante velature e successivi tocchi di colore piuttosto secco, forse stemperato con poco bianco diluito in un medium.
  6. Le cavità orbitarie che sono totalmente in ombra, le ha realizzate sovrapponendo varie velature e su queste i toni più chiari che risultano come "contenuti" delle ombre. 
  7. Nota personale: Ricordiamoci che le ombre non sono mai vuote e semplicemente scure, ma contengono "un qualcosa" che esiste, seppur in ombra, e che come tale deve essere segnalato.
  8. Dopo le ombre, Rembrandt passa alla fase centrale del lavoro: cioè le parti in luce della carnagione, ossia all'abbozzo delle parti luminose del volto mediante stesura di pasta-colore.
  9. Questo secondo abbozzo o pittura definitiva, G.Piva ritiene che Rembrandt lo abbia considerato come la vera base pittorica (sempre in riferimento alla luce del volto). Inoltre, pare che egli abbia applicato il colore con impasti su superficie secca o quasi secca, usando pennelli cosiddetti "da imbianchino" ottenendo in tal modo quella plasticità ruvida e martellata che caratterizza la pittura di Rembrandt.
  10.  La parte chiara del volto fu da Rembrandt probabilmente applicata direttamente sul tono ombrato della tavola, stendendo una preparazione monocromatica di biacca (sostanza colorante bianca usata in passato, ai tempi di Rembrandt, a base di piombo, che aveva l'inconveniente però di annerire col tempo - oggi sostituita dal bianco di zinco e di titanio) stesa a pasta consistente ed unita ad un siccativo in modo da formare rapidamente una base per le successive sovrapposizioni. G. Piva afferma che questo modo di procedere di Rembrandt è altresì visibile in una altro autoritratto (Rembrandt ne dipinse moltissimi) questa volta da vecchio esposto nella stessa Galleria degli Uffizi. Attraverso alcune graffiature presenti sul dipinto è possibile vedere la parte bianca sottostante che Rembrandt ha velato, per ottenere il colore luminoso del volto.
  11. Una volta essiccato completamente quanto sinora dipinto, Rembrandt passa alle fasi conclusive del dipinto: cioè velature generali e particolari delle parti in luce che formeranno il modellato del viso. Si tratta di velature a secco di fusione e di raccordo con colore leggermente stemperato con del medium.
  12. Rembrandt ha concluso con i tocchi finali di massima luce.
  13. Il mantello, di questo suo autoritratto, è stato eseguito sopra una preparazione a tonalità calda rosso-scura, formata da terra di siena bruciata, carminio e terra d'ombra.




Il modo di lavorare di Rembrandt è quindi costituito da un abilissimo gioco di velature sulle quali egli successivamente sovrappone nuovo impasto sul quale poi di nuovo va a velare.


Rembrandt abbozzava rapidamente e con sicurezza ed utilizzava i cosiddetti "pennelli da imbianchino" molto in voga nella sua epoca, probabilmente di dimensione piuttosto grande, che permettevano pennellate ampie e materiche.



Infine un ultimo segreto svelato:  l'autore A.P. Laurie nel suo A study of Rembrandt - (Londra 1930) avanza l'ipotesi che il pittore mescolasse alcune gocce d'uovo nel colore a olio.


Leggi anche: Corso di pittura o autodidatta? Cosa è meglio?

Nessun commento:

Posta un commento

Se ti è piaciuto questo articolo ti chiedo la cortesia di condividerlo :-)

LA TECNICA E IL SIGNIFICATO DEI GIRASOLI DI VAN GOGH

Affrontiamo un'  analisi del capolavoro " I girasoli " di Van Gogh , esaminandolo dal punto di vista della composizione,  dell...